01 Giu

Presbiopia

La presbiopia è la fisiologica e naturale evoluzione dell’occhio nel corso degli anni. Non è quindi un disturbo refrattivo, bensì accomodativo.

Con il passare degli anni si verifica un progressivo indurimento del cristallino e/o l’indebolimento del muscolo che regola l’accomodazione, il meccanimo di messa a fuoco naturale, rendendo così sempre più difficoltosa la lettura da vicino. L’esempio classico è quello dell’allontanamento del giornale al momento della lettura.

Questo fenomeno inizia a manifestarsi intorno ai 45 anni nei soggetti che non accusano disturbi visivi (emmetropi), negli ipermetropi un po’ prima e più tardi invece nei miopi. Questi ultimi potrebbero avere la sensazione che il loro vizio refrattivo stia migliorando. Se avete più di 65 anni, tenete presente che ogni apparente miglioramento della presbiopia è quasi sempre dovuta ad una miopizzazione causata dalla cataratta, la quale crea una variazione dell’indice di rifrazione del cristallino.

01 Giu

Astigmatismo

L’astigmatismo è un particolare difetto che determina la percezione non precisa e non definita degli oggetti osservati, sia da vicino che da lontano; maggiore è il grado del problema e minore sarà l’accuratezza nella focalizzazione delle immagini a livello retinico.

Come funziona l’occhio astigmatico?

La cornea di norma presenta una conformazione essenzialmente sferica, con la particolarità di essere leggermente più curva sul meridiano verticale rispetto a quello orizzontale; tale configurazione è compensata da una curvatura uguale ed inversa del cristallino, che rende il sistema oculare bilanciato. Quando a livello corneale si accentua, o si riduce, la differenza di curvatura tra i due meridiani principali ed il cristallino non è più in grado di neutralizzare tale condizione, l’occhio presenta astigmatismo e sulla retina si forma un’immagine non nitida; ciò si deve alla differente potenza dei due meridiani.

01 Giu

Ipermetropia

L’Ipermetropia determina la visione annebbiata e faticosa degli oggetti, da lontano e da vicino in funzione della sua entità e dell’età del soggetto ; all’opposto della miopia, la visione da vicino risulta in genere più difficoltosa, mentre guardando lontano non sempre è evidente una percezione confusa. Nel soggetto ipermetrope il punto di focalizzazione delle immagini non si trova sulla retina come dovrebbe essere ma in un punto virtuale posto al di là della retina, ciò è dovuto a un bulbo oculare più corto o a una diminuzione del potere dei mezzi diottrici dell’occhio (cornea e cristallino ). La capacità di focalizzare sul piano retinico oggetti posti a distanze differenti è definita accomodazione; tale funzione viene garantita dall’attività del cristallino che, sfruttando la sua naturale elasticità, consente di variare la messa a fuoco oculare dall’infinito sino a pochi centimetri dal naso, almeno sin tanto che non insorge la presbiopia. Osservando all’infinito, in condizioni di normalità, il cristallino non esercita alcuna attività accomodativa; guardando da vicino e a distanza intermedia, al fine di mantenere costante la visione nitida, il cristallino mette a fuoco. Nel soggetto ipermetrope la funzione accomodativa assume un’importanza rilevante perché riporta l’immagine a fuoco sulla retina, facendo convergere i raggi luminosi a livello della fovea.
01 Giu

Miopia

La miopia è il difetto visivo più frequente in tutto in occidente ; circa un abitante su quattro ha difficoltà di visione per lontano; gli oggetti distanti appaiono tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l’entità del difetto.

La miopia è un’anomalia refrattiva o ametropia, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto distante non si focalizzano correttamente sulla retina, ma davanti ad essa.
La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati e la visione migliora con la riduzione della distanza a cui si guarda.
La miopia si misura in diottrie; si parla di miopia lieve quando il difetto è inferiore a 3-4 diottrie, di miopia media o medio-forte sino a 8-9 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori.

Si tratta in generale, di una condizione dovuta ad un’aumentata lunghezza del bulbo oculare oppure ad una eccessiva curvatura (e quindi eccessivo potere diottrico) della cornea o del cristallino.